Camminare lungo una strada senza morire dovrebbe essere un diritto, anche di notte
Eppure non lo è, con le giustificazioni per gli omicidi che fioccano ovunque. Spesso, chi si sposta non ha alternativa. I marciapiedi non ci sono, bisogna sperare che chi guida stia guardando la strada.
Così non è stato per le due ragazze di 21 anni che a Brivio andavano alla festa di paese, ammazzate dal guidatore di un furgone.
Purtroppo è un film che si è visto più volte nelle settimane scorse.
A Lusiana del Conco un tredicenne è stato ammazzato mentre andava ad una sagra con un amico. Il guidatore non si è neanche fermato.
Ad Agosto in sedicenne ucciso mentre tornava a casa di notte camminando lungo la strada. Anche in questo caso il guidatore è fuggito.
ASAPS segnala che a settembre, che non è ancora finito, ci sono stati 41 morti tra le persone a piedi, 17 nell'ultima settimana, nell'ignavia delle istituzioni (dov'è il ministero dei trasporti con la sua inutile, anzi dannosa, riforma del CdS?) e nel giustificazionismo dei media, che derubricano tutto a "tragiche fatalità" dovute ora al buio, ora al sole che acceca, al maltempo, al "non l'aveva visto", al "l'auto ha perso il controllo", "si è aperta la portiera", e così via.
#violenzaStradale #bastaMortiInStrada @energia
@RinaldoGiorgetti
È un tipo di discorso che di persona ho sentito più volte.
Però per fare un esempio concreto, chi è contro le zone 30, argomenta che il presunto tempo in più che si impiega per gli spostamenti in auto è troppo rispetto ai comprovati vantaggi in termini di morti e feriti. Quindi sono un male necessario per non perdere tempo.
@energia